Non si possono evacuare intere città senza dati precisi

«Predire un terremoto non è possibile, e non penso che saremo in grado di farlo in futuro tanto prossimo». Richard Allen, professore associato nel laboratorio sismologico dell'Università della California a Berkeley, dedica le sue ricerche a nuovi metodi per l'allarme precoce dei terremoti.

In questo momento in Italia si discute molto se, e come, si possa prevedere un terremoto. Perché lo ritiene impossibile?

«Quando fai una predizione, devi definire tre cose: quando ci sarà, cioè devi definire una finestra temporale entro cui avverrà; dove avverrà, devi disegnare un riquadro di territorio su una mappa,e infine, quale magnitudo avrà. Il tutto con molta accuratezza».

Quanta accuratezza?

«Se viene fatta una predizione, noi come società dobbiamo decidere che cosa dobbiamo fare di conseguenza. Per esempio, se dobbiamo evacuare una città piccola, con 10mila abitanti, ci serve almeno un giorno di avvertimento di anticipo, poi dobbiamo sapere che tipo di danni ci possiamo aspettare, e anche entro quale finestra di tempo potrà verificarsi il terremoto, per evitare che le famiglie rientrino nelle loro case prima del tempo. La predizione deve essere estremamente precisa. In caso contrario, l'informazione non serve a nulla, a che serve evacuare una città se il terremoto poi ne colpisce un'altra? E bisogna essere molto sicuri che il terremoto ci sarà davvero perché le misure da prendere sono molto serie, non si può evacuare la popolazione all'infinito».

Che differenza c'è tra l'allarme precoce, la predizione e le previsione di un terremoto?

«Nella comunità dei sismologi i tre termini hanno significati molto diversi. La previsione riguarda un periodo di tempo molto lungo. Per esempio per l'area della baia di San Francisco, la previsione è del 62% di probabilità di un terremoto di magnitudo 6.7 entro i prossimi trent'anni. Una predizione invece riguarda alte probabilità in tempi molto brevi: sarebbe una predizione se dicessimo che a San Francisco ci sarà un terremoto di magnitudo 6.7 la prossima settimana. Questo oggi noi non siamo in grado di farlo. L'allarme infine, è l' individuazione rapida dell'inizio del terremoto, entro un tempo che va da qualche secondo a decimi di secondo dopo che il sisma è iniziato, e questo stiamo imparando a farlo sempre meglio».

Che cosa si può fare con un preavviso così breve?

«In Giappone dove c' è un sistema di allarme del genere, che arriva alla popolazione con messaggi sui cellulari, via Internet, e nei vari media, lo usano per fermare i treni, nelle fabbriche mettono in sicurezza le sostanze pericolose, la gente nelle case e negli uffici cerca riparo, magari sotto un tavolo».

(fonte: la Repubblica, 7 aprile 2009, articolo di Claudia Di Giorgio)